1 e 95

 1 e 95 

Stand-up comedy show di e con Giuseppe Scoditti
scritto da Ludo D’Agostino e Giuseppe Scoditti
costumi Sartoria Teatrale Arrigoni Srl
video Giacomo Scoditti
foto Clarissa Lapolla
prodotto da Teatri di Bari e Elsinor 

Come è nata l’idea. 

Ho sempre amato la comicità. Probabilmente ho cominciato a fare teatro proprio perché volevo far ridere. Italia Uno è stata la mia prima maestra. Trasmettevano i Simpson che erano demenziali, folli, scorretti e sono alla base della mia formazione.  Poi è arrivato quel mostro di Jim Carrey e allora ho perso la testa. “Un giorno” mi dicevo “mi piacerebbe essere come lui”. Quel giorno non è mai arrivato, ovviamente. Perché Jim è un genio assoluto e io un ragazzo di Bari a cui piace fare il cretino.
Nonostante questo, ho seguito il mio istinto e, sebbene in accademia abbiano fatto di tutto per distogliermi dalla strada della comicità, qualche hanno dopo il diploma ho messo su uno spettacolo di varietà, Contenuti Zero, scoprendo che alla gente piace tantissimo ridere (e non è banale!).
Motivato dal successo di questa esperienza, mi sono affacciato al mondo della stand up americana che ha come protagonisti lo stesso Carrey, Eddie Murphy, Robbie Williams, Louis Ck e tanti altri grandissimi e mi sono detto “sai che c’è, ci provo pure io”.
Mi sono esibito in un locale di Milano dove si fa stand up con un pezzo scritto da me e la cosa ha funzionato. Da quel momento ogni serata di Contenuti Zero si è aperta con un mio monologo di introduzione (alla Walter Chiari per intenderci) che trattava argomenti diversi volta per volta.
1 e 95” è, quindi, il punto finale di questo processo: mettere insieme tutte le cose che ho scritto in questi anni, scriverne di nuove e vedere cosa ne viene fuori. 

Note di regia.
Lo spettacolo consiste fondamentalmente in un monologo comico. La scrittura è libera, si spazia da un tema ad un altro: chi siamo noi, i rapporti amorosi, il coronavirus, i pipistrelli, la mia altezza, le scuole di inglese e chi più ne ha più ne metta; gli argomenti si accavallano, ritornano, scompaiono come un lungo soliloquio interiore senza nessun criterio. L’attore è davanti al pubblico, illuminato da un semplice piazzato e ha come unica arma per intrattenere il pubblico le sue parole, le battute, i discorsi, le facce, piccoli momenti di improvvisazione e qualunque altra cosa. Non c’è scenografia o altri tipi di effetti scenici. L’attore ha a disposizione un microfono con asta, uno sgabello con sopra un bicchiere d’acqua e tutto quello che si può creare col pubblico. L’atmosfera è quella di un night club, musica jazz, aria famigliare poi arriva il comico in smoking e comincia lo show. Quel che succede, succede. L’importante è tenere viva l’attenzione e, soprattutto, divertire. La veste dello spettacolo è classica, pulita, vintage ma il contenuto sarà folle, anarchico e imprevedibile. La presenza di Ludovico è fondamentale non solo nella stesura del testo ma anche come critico sguardo esterno nella messa in scena.